Rodi

...dodecanneso in love

La proposta in breve

A Palermo tutto si fonde; stili greci, bizantini, arabi, normanni; cattedrali che diventano moschee, moschee che tornano ad essere chiese. L’isola che fu punica, bizantina, romana, araba, normanna, spagnola e asburgica-borbonica offre al suo visitatore un incredibile esempio di sintesi di culture e religioni affascinanti e diverse.

  • Per chi è questo viaggio? Il viaggio è consigliato per coloro che amano il bello, la buona cucina, la luce del sud… insomma per chi ama la vita e i suoi piaceri
  • Quando mi consigliate di partire? Ogni stagione ha il suo fascino, ma noi consigliamo la primavera o l’inizio dell’autunno quando le temperature sono gradevolissime; nessun problema particolare neppure durante l’invento, che ha sempre temperature miti, salvo ovviamente avere meno ore di luce a disposizione
  • Se volessi seguire tutto il vostro itinerario, quando durerebbe il viaggio? Circa una settimana. Palermo è una città che va assaporata poco alla volta
  • Quanto costerebbe? La fascia di prezzo è medio- bassa
  • Quali sono le tappe fondamentali da raggiungere? Nella nostra guida ti racconteremo della Cattedrale di Palermo, della spiaggia di Mondello, de Palazzo dei Normanni, di Monreale, dei mercati storici della città, di alcuni posti del cuore come Le stanze al Genio, di Casa Professa o di Santa Cita.
  • Dove posso dormire e con che mezzi posso spostarmi? Consigliamo di soggiornare in centro città e muoversi a piedi od eventualmente con qualche mezzo pubblico.
  • Quali specialità culinarie mi aspettano? Dall’antipasto al dolce, Palermo offre piatti tipici assolutamente imperdibili: pasta alla norma, sarde a beccafico, pesce spada e tonno freschissimi, arancine (rigorosamente al femminile), panelle e crocchè, sfincioni, granite e grattachecche, cassate, frutta martorana e gli iconici cannoli

L'itinerario!

10 imperdibili tappe per visitare una delle più belle città d’Italia

La Bandiera di Rodi

Sebbene in tutto il Dodecanneso sventoli la bandiera ufficiale della Grecia, a Rodi vedrete qua e là questa strana bandiera con la simbolica faccia di Elios, il dio Sole, a cui l’isola sin dall’antichità era devota. La scritta invece per chi non conosce l’alfabeto greco significa “Popolo di Rodi”

La prima tappa

Anthony Quinn Bay – Ladiko

È forse la più famosa spiaggia di Rodi. La baia è stupenda e merita assolutamente una visita. La spiaggia è costituita da piccoli ciottoli e ghiaia. Il paesaggio è mozzafiato, il colpo d’occhio dall’alto è davvero impressionante; l’acqua cristallina color smeraldo, l’insenatura che ti avvolge, la vegetazione che contrasta con il mare. Il fondale, profondo fino a 5 metri circa all’altezza delle boe, offre una moltitudine di scogli, qualche alga e diverse tipologie di pesci, così da rendere molto gradevole anche lo snorkeling.

Purtroppo essendo una delle spiagge più belle dell’isola e trovandosi molto vicino alla turistica Faliraki, è sempre strapiena di gente. Consiglio quindi vivamente di andarci la mattina presto (anche prima delle 9:00) per godere a pieno della bellezza del posto e prendere uno dei carissimi ombrelloni nelle prime file leggermente isolato dagli altri. La ressa arriva gradualmente sia da terra che da mare (le numerose crociere giornaliere fanno tutte tappa qui) e senza un lettino ed ombrellone si fa fatica a trascorrervi una mezza giornata, sia per la mancanza di spazio, che per l’assenza di sabbia.

Dalla parte opposta della baia si trova una seconda discesa che porta ad un’altra bellissima insenatura ove sono disposti altri lettini e ombrelloni a pagamento, qui si entra in mare da un pontile da cui i bagnanti si tuffano.

Proprio di fronte, nella stessa baia si trova la spiaggia di Ladiko. Venendo dalla strada, sarà la prima che incontrerete. Rispetto alla vicina Quinn la piccola Ladiko beach è più adatta a chi ha bambini in quanto di sabbia fine, con parcheggio adiacente nonché con tutti i servizi essenziali. Acqua cristallina, fondale di roccia e sabbia con un mix di colori turchese e azzurro molto suggestivo. Ottimo per snorkeling. Anch’essa spesso molto affollata.

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I consigli di Scedda per gli aspiranti viaggiatori

Il parcheggio per entrambe le insenature è limitato, specialmente in alta stagione e se arrivate tardi rischierete di non trovare posto. La località è collegata anche con servizio autobus dalle principali cittadine dell’isola. Consiglio di pranzare nel ristorantino che sovrasta la baia, ottimo cibo e prezzi adeguati alla qualità del cibo o altrimenti prendere uno dei panini espressi del negozio ambulante accanto al ristorante.

La seconda tappa

Traganou Cave – Afandou

Le spiagge di Traganou e di Afandou si trovano sulla costa orientale dell’isola e si raggiungono in auto dalla città di Rodi in circa 30 minuti. Ci sono anche degli autobus che partono dalla stazione dei bus nel centro di Rodi (accanto al mercato nuovo – Nea agorà) e che hanno fermate su tutta la costa in corrispondenza delle spiagge più frequentate.

Rispetto a tantissime altre spiagge gettonate di Rodi, super attrezzate, super servite e anche super costose, qui sembra un’altra isola.

Sono spiagge molto grandi, per lo più libere, con poca gente, prevalentemente greca; si può tranquillamente stare a 100m dai propri vicini, in totale solitudine e tranquillità. Qua e là troverete chioschetti con servizio cucina e bar che affittano lettini e ombrelloni con prezzi decisamente economici. Ampio parcheggio gratuito. Doccia e bagni pubblici, gratuiti sulla spiaggia.

Non sono spiagge di sabbia fine, ma sono composte da sassolini e ghiaia che rendono limpidissima l’acqua del mare.  Il mare che diventa profondo dopo pochi metri ha un colore da urlo: azzurro e trasparente come pochi sull’isola.

A Traganou se camminate oltre alla concessione dei membri dell’esercito ellenico, e vi avvicinate alle rocce scoprirete calette, grotte sovra e sottomarine, bellissime per lo lo snorkeling. Consigliate ciabatte o scarpette perché i sassolini qui sono un po’ fastidiosi.

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I consigli di Scedda per gli aspiranti viaggiatori

Evitate Faliraki se non siete persone da riviera romagnola. Affollata di stabilimenti ed ecomostri alberghieri, colonia inglese in terra greca, piena di pub e fast food. Purtroppo si fa fatica a non gridare allo scempio naturale, vittima del peggiore turismo che ripropone lo stesso orribile cliché tanto a Sharm el Sheikh quanto a Cancun.

La terza tappa

A spasso per Rodi città

Camminare nei viottoli della città antica è a dir poco emozionante, sembra di tornare indietro nel tempo. 

Le mura che circondano la città sono in ottime condizioni strutturali. Un sistema difensivo gigantesco e spettacolare, un pezzo di storia importante della città che per alcuni secoli fu considerata inespugnabile. Le mura hanno porte ogni cento metri circa.  Meravigliosa è la porta d’Amboise, da dove vi consigliamo di partire per una piacevole passeggiata culturale. 

Passando per un secondo portale vi troverete subito nel cuore del centro storico, alla fine della celebre Via dei Cavalieri, dove si erge l’entrata del Palazzo dei Gran Maestri, il castello più bello ed imponente dell’intera isola. Lo splendido palazzo trecentesco fu realizzato dai cavalieri dell’ordine di San Giovanni, successivamente diventati dell’ordine di Malta, che governarono l’isola per circa duecento anni.

Edificato come protezione estrema agli attacchi degli invasori, è diventato in seguito una galera sotto la dominazione ottomana e nel 1856 è andato distrutto a causa dell’esplosione di una polveriera nella vicina chiesa di San Giovanni.

Fu ricostruito quasi interamente, cercando di restare il più fedele possibile all’originale, nel periodo di colonizzazione italiana dal 1937 al 1940 per ospitare la sede del governo italiano sulle Isole dell’Egeo ai tempi del fascismo. Di originale dell’antica costruzione è rimasta solo l’entrata del palazzo con le imponenti torri.

Oggi il palazzo si presenta come un museo alquanto povero di autenticità e originalità. Tutto ciò che è presente nel palazzo e che va ad allestire i vari ambienti in realtà è stato preso dagli italiani che hanno governato l’isola in periodo fascista da altri musei e siti d’Europa. Le armature, i pezzi di mobilio, gli oggetti antichi, i quadri, gli arazzi, gli antichi capi d’abbigliamento non sono mai appartenuti in realtà alla storia di questo palazzo, ma sono stati portati qui per adornare il palazzo, soprattutto prevedendo la visita di Mussolini, che in realtà non approdò mai a Rodi.  I pezzi più preziosi sono i pavimenti di mosaico antico, di epoca greca, che sono stati staccati da scavi archeologici provenienti da templi e antiche dimore dell’isola di Kos. L’entrata con la grande scalinata ha un fascino particolare. Dal giardino si godono splendide vedute e la passeggiata al suo interno è meravigliosa.

Per la visita all’interno della fortezza c’è un biglietto da pagare che include anche la visita all’interessante Museo Archeologico, che ha sede nell’antico Ospedale dei Cavalieri di San Giovanni, costruzione completamente originale, quindi molto più antica.

Un edificio piuttosto semplice che si svolge su tre piani, con un grande cortile porticato.
All’interno dell’edificio vi è una vasta collezione di epitaffi così come anche un enorme numero di interessanti statue incluse due Kouros e due Afrodite (la più piccola delle quali del I sec a.C. è nota come Afrodite di Rodi) ed un’ampia collezione di urne e vasi. Molto suggestiva è la grande sala dei pazienti, dove sono esposte lapidi scolpite di Cavalieri, emblemi cavallereschi e un sarcofago romano usato per la tomba del Gran Maestro Kornegian. L’esterno è un trionfo di giardini lussureggianti, bianchi cortili inondati di sole, terrazze con pergole traboccanti di tralci, leoni bianchi di guardia su piedistalli, grandiosi mosaici, un labirinto in cui è bello perdersi. 

La Via dei Cavalieri, una strada tutta acciottolata che conserva ancora un aspetto decisamente medievale. La strada corre dal Palazzo del Gran Maestro fino all’Ospedale dei Cavalieri di San Giovanni al mare. Le sue sette locande o logge ospitavano i cavalieri, uno per ciascuno dei sette diversi paesi da cui provenivano. In molti edifici oggi sono ospitati i consolati e gli uffici di alcune ambasciate estere, ben riconoscibili da stemmi e fregi. Una delle particolarità più interessanti è la realizzazione dell’acciottolato, veramente suggestivo, la cui visione migliore si ottiene ammirandolo dal basso. La strada infatti è in leggera salita.

All’interno della cerchia muraria vi consigliamo di perdervi tra le nascoste piazzette lussureggianti e le strade acciottolate, inoltre non mancate una una visita alla Moschea di Solimano, alla Torre dell’Orologio, e una passeggiata per la turistica via Socrate, fino alla nevralgica piazza Ippocrate con la centrale fontana ottomana e la scalinata in pietra della “Giuderia” che poggia sulla Loggia dei Mercanti.

Dalla porta di Thalassini Pyli passeggiate fino all’estremità di una strada rialzata, fermandovi per ammirare tre mulini a vento ben conservati, per raggiungere in seguito la fortezza di Agios Nikolaos del XV secolo, costruita per proteggere il porto di Mandraki dagli invasori. All’ingresso del porto, un cervo e una cerva in bronzo di epoca veneziana si ergono in cima a colonne di pietra, accogliendo i naviganti. Si narra che qui un tempo poggiassero le gambe dell’enorme e celebre Colosso di Rodi, una delle 7 meraviglie del mondo antico.

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I consigli di Scedda per gli aspiranti viaggiatori

Il Colosso di Rodi

Nel 300 A.C. per celebrare la vittoria dopo un lungo assedio, i rodiesi decisero di costruire una gigantesca statua, alta 32 metri, rivestita in bronzo, in onore di Elio, loro protettore. La statua crollò appena 67 anni più tardi a causa di un forte terremoto, ma rimase per sempre impressa nelle menti di tutti i popoli.

La quarta tappa

Agathi – Golden Beach

Agathi è una bella spiaggia, lunga circa 200 metri, chiusa in una splendida baia, mai troppo affollata. Dista poco più di una decina di chilometri da Lindos, in direzione nord.
Per raggiungerla in auto dovrete percorrere le ultime centinaia di metri su strada sterrata, ma non avrete bisogno di una Jeep, basterà andare a passo d’uomo.

E’ una spiaggia dorata di rena finissima, tanto da essersi meritata l’appellativo di “golden beach”. Una spiaggia speciale da ammirare perché fantastica.

Ampio parcheggio gratuito, mare trasparente e fondale basso, che digrada molto molto dolcemente.  La struttura presente è stata recentemente chiusa e quindi la spiaggia è da considerarsi completamente libera. Dovrete essere quindi equipaggiati di tutto da bevande e cibo ad ombrellone e asciugamano. Esistono solo delle docce sparse qua e là e dei bagni alquanto fatiscenti. Nelle ore più calde potrete ritirarvi nel piccolo boschetto nel lato sinistro della spiaggia, dove tra il belato di qualche capra raminga vi rilasserete all’ombra dei fichi e degli ulivi.

La vista infine è impreziosita dalle rovine di una fortificazione medioevale che domina la punta sud della baia. 

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A fine giornata abbiamo deciso di inerpicarci e salire per godere del panorama. La visuale arriva fino a Lindos. Poco è rimasto della fortezza medievale di Feraklos. Le mura sono in gran parte crollate, il sito non è assolutamente mantenuto,  sono quindi consigliate delle scarpe da ginnastica.

La quinta tappa

Le Terme di Kallithea

Le terme di Kallithea sono forse la più elegante testimonianza dell’architettura e del buon gusto italiano durante i trent’anni di amministrazione italiana di Rodi tra il 1912 ed il 1947. Immancabile una visita se si soggiorna a Rodi.

Volute dal governatore Mario Lago e progettate dall’architetto Lombardi, sono un ex complesso termale, oggi stabilimento balneare, dotato di ombrelloni e lettini, in un’ampia baia riparata, una specie di fiordo mediterraneo con bar e ristorante. La spiaggia è piccolina, ma esistono molti punti dotati di scalette per agevolare la discesa in mare per fare il bagno. Il mare è molto bello e cristallino soprattutto verso la fine del fiordo.

Del complesso termale è rimasto davvero poco, lo stabilimento sulla destra è stato trasformato in un’incantevole location per ricevimenti e matrimoni sul mare. Un luogo affascinante e chic tanto da essere stato anche il set di alcuni film.

Si paga un biglietto d’ingresso, perché considerato un sito monumentale storico. Se poi si decide di rimanere per una giornata di mare va aggiunto il costo degli ombrelloni e dei lettini, tra i più cari dell’isola. Sul lato sinistro si trovano due piccole cascate di acqua ghiacciata, perfette per rinfrescarsi e scattare qualche bella foto instagrammabile.

Consiglio di recarvici nel pomeriggio, attendete il tramonto prendendo un aperitivo a bordo mare e cenare poi nel paese di Kallithea.

La sesta tappa

Tsampika

Tsambika beach è una bella ed estesa spiaggia di sabbia dorata e fina sulla costa orientale dell’isola di Rodi, a una trentina di chilometri a sud dalla città di Rodi. L’acqua del mare è limpida e si fa profonda soltanto dopo una quindicina di metri. La spiaggia è piena di stabilimenti balneari per tutti i gusti. Tanta musica, giochi e sport d’acqua, chioschi e bazar, possibilità di noleggiare barche o escursioni organizzate nelle spiagge adiacenti. Andando in fondo verso nord (quindi guardando il mare a sinistra) si raggiunge invece una zona più “tranquilla” dove c’è meno confusione. In questa zona c’è una bellissima ed enorme roccia su una grande duna di sabbia su cui è dipinta la bandiera della Grecia. Andando invece nella parte destra si trova la spiaggia libera ed in fondo una zona riservata ai nudisti.

Merita andare poi al monastero di Tsambika, che si trova in alto a picco sulla spiaggia. Preparatevi a scalare 300 scalini, il panorama ricompenserà il vostro sforzo!

La settima tappa

Il luogo del cuore

Stegna – Grande Blue

A pochi passi da Stegna si trova la splendida caletta che prende il nome dalla taverna Grande Blue che la sovrasta dall’alto. Una volta arrivati al parcheggio gratuito della taverna si passa oltre e si accede ad una magnifica scalinata estremamente coreografica di circa 100 scalini. Il colpo d’occhio dall’alto è veramente fantastico. La vista abbraccia tutta la cala e si apre al blu del mare aperto all’orizzonte.

La caletta è quasi sempre riparata dal vento del nord, il famoso Meltemi. La zona di spiaggia libera è minima, quindi risulta quasi obbligatorio noleggiare ombrellone e lettino, entrambi rigorosamente blu. C’è un piccolo bar che offre solo bibite e frutta, a prezzi abbastanza elevati, ma l’alternativa è portarsi tanta acqua oppure risalire alla taverna o prendere l’auto per andare nella vicina Stegna per pranzo.

Il mare è limpidissimo e permette di fare snorkeling, la spiaggia è fatta per lo più di sassolini e scoglietti, sono quindi consigliate le scarpette da scoglio per essere più comodi..
Su lato sinistro della spiaggia parte un piccolo sentiero sotto al ristorante che conduce ad un ben visibile arco naturale; poco oltre uno splendido bagno di Venere, una piccola insenatura del mare che forma una piscina naturale, vi permetterà di vive un’esperienza indimenticabile per la bellezza dei colori dell’acqua e per la presenza di alcune incredibili grotte, non facilmente identificabili. Alla prima si accede da una piccola apertura al centro della pozza, una volta oltrepassata vi troverete in un ampio antro dove potrete stare anche in piedi; la seconda invece si snoda tortuosa all’interno della roccia e  si apre con un foro panoramico verso il cielo. Stupefacente!

Consiglio di andare la mattina presto, per godere appieno della giornata perché verso le 17 arriva l’ombra in buona parte della spiaggia.

L’ottava tappa

Lindos

Il villaggio di Lindos è una piccola gemma, senza dubbio uno dei luoghi più belli dell’isola.

L’incantevole paesino ha perso in parte il fascino originario per la presenza massiccia di locali per turisti, ma passeggiare tra le strette vie, tra bianche case abbellite con i tipici mosaici di pietre bianche e nere (i “choklakia“), tra gli angoli abbelliti da vasi e fiori, i portoncini in legno lavorato, le chiesette e gli scorci suggestivi, è un vero piacere.

Molti ristoranti spesso hanno una terrazza sul tetto o un grande patio e giardino interno ove godere di splendidi panorami.

Da visitare la chiesa bizantina della Panagia e soprattutto l’acropoli raggiungibile con una breve ma ripida strada lastricata oppure, per chi non se la sente, in groppa ad asinelli.

All’arrivo si paga un biglietto d’ingresso per accedere a questa spettacolare acropoli. Un tuffo nella storia dell’antica Grecia in uno scenario mozzafiato dove il blu puro del mare in lontananza fa da cornice a delle rovine da un fascino millenario. 

Una criticità è però da attribuire al restauro. Il tentativo di restaurare talune parti, risulta davvero incomprensibile. Completare i resti delle storiche colonne dei templi con discutibili fusti e capitelli in cemento o l’aggiunta di elementi architettonici di fantasia hanno stravolto le tracce originali che il tempo inclemente aveva comunque lasciato.

Il fascino del luogo tuttavia, con un po’ d’ immaginazione resta quasi inalterato, e guardando le ricostruzioni grafiche, si può provare a fantasticare su cosa dovesse essere questo sito nel pieno del suo splendore.

Oltre alle fortificazioni, ai resti di alcuni tempi, alla monumentale scalinata e alle vestigia di una chiesa bizantina potrete godere di uno spettacolare panorama sia della Lindos Bay, la spiaggia sottostante che offre diversi stabilimenti attrezzati ma, soprattutto, della bellissima St Paul Bay che da lassù, per un’illusione ottica, sembra una grande piscina naturale, racchiusa tra gli speroni rocciosi. Si narra che qui approdò San Paolo durante uno dei suoi numerosi viaggi per il Mediterraneo. Ciononostante, non consigliamo di visitare la spiaggia, perché molto costosa e poiché il mare qui non è bellissimo, rimanendo racchiuso nella spettacolare scenografia e per la presenza di un piccolo molo da dove partono molte imbarcazioni turistiche.

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Isola di Rodi
Costa meridionale

Se non amate la calca e volete vedere una Rodi diversa, dovete assolutamente dirigervi a Sud

La nona tappa

Il Duomo di Monreale

Monreale è una cittadina arroccata a pochi chilometri da Palermo e facilmente raggiungibile anche con un autobus di linea che parte da Piazza Indipendenza.

La visita del suo famosissimo duomo è una di quelle esperienze che semplicemente ti tolgono il fiato, lasciandoti senza parole.

Edificio fu costruito in periodo normanno anche se sono evidenti gli influssi arabi e bizantini.

La visita inizia già dall’esterno. Sulla facciata si ammirano le due antiche torri campanarie, di cui una incompleta; il delicato intreccio degli archi a sesto acuto e il magnifico portale. Sulla parte posteriore invece svettano imponenti le tre meravigliose absidi, con il loro groviglio di archi ogivali e intarsi a disegni geometrici con spettacolari chiari/scuri.

Stupefacente poi l’interno per il vastissimo ciclo di mosaici bizantini a fondo oro del XII secolo che coprono le parti superiori di tutti i lati della chiesa e occupano ogni spazio libero.

Il color oro domina ovunque e da esso emergono le varie figure e scene delle sacre scritture; per aumentare l’effetto sfavillante le tessere dei mosaici a fondo oro sono state posate appositamente non piatte.

La grande figura del Cristo Pantocratore (onnipotente) dell’abside centrale domina su tutto e tutti.

La visita completa comprende l’ingresso al Duomo, al Chiostro, alla spettacolare Cappella Roano (o del Crocifisso), la salita alle Terrazze  percorrendo dei corridoi molto stretti e arrivando a vedere il bellissimo panorama di tutta la Conca d’oro, al Museo Diocesano e al Chiostro, un’oasi di pace e tranquillità.

A dispetto di quello che è scritto sui cartelli, l’entrata nel Duomo è gratuita. Pagate solo se volete visitare il chiostro o gli altri annessi.

 

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I consigli di Scedda per gli aspiranti viaggiatori

La leggenda narra che Guglielmo II il Buono si fosse addormentato sotto un albero di carrubo e lì gli fosse apparsa la Madonna . Maria gli disse che sotto al carrubo avrebbe trovato un grande tesoro. Guglielmo fece sradicare il carrubo ed effettivamente sotto trovò un tesoro pieno di monete d’oro che quindi destinò alla costruzione del duomo di Monreale

La decima tappa

Tre splendidi luoghi meno popolari

Palazzo Abatellis e Galleria Regionale della Sicilia

Il quattrocentesco palazzo Abatellis è ubicato nel quartiere della Kalsa, poco distante dal mare. Durante la seconda guerra mondiale subì diversi danni ed il progetto per la sua trasformazione in museo fu affidato a Carlo Scarpa, uno dei più famosi “organizzatori di spazi” del secolo scorso. 

Oggi il palazzo ospita la Galleria Interdisciplinare Regionale della Sicilia, un’interessante galleria di opere che si sviluppa in più piani, seguendo una coerenza temporale che va dal medioevo fino al barocco inoltrato. Conserva al suo interno alcuni capolavori, come l’ “Annunciata” di Antonello da Messina, autentico capolavoro del Rinascimento; il Trionfo della Morte, enorme affresco di ignoto, che occupa un’intera parete al pian terreno e lo splendido busto di Eleonora d’Aragona di Francesco Laurana.

La sala dedicata ad Antonello è curata molto bene e l’Annunciata appare improvvisa davanti al visitatore con tutta la sua mistica bellezza. Lo sguardo fisso nel vuoto davanti a sé, verso un punto indefinito suscita uno potere magnetico.

Un capolavoro assoluto che affascina più dell’inflazionata Gioconda!

 

Museo Delle Maioliche Stanze Al Genio

Questo è un luogo particolare, imperdibile.

Si tratta di una casa-museo, all’interno di Palazzo Torre Pirajno in via Garibaldi, nella zona della Kalsa, in una dimora privata di un raffinato collezionista. Visitandolo si respira un’atmosfera di autentica bellezza ed eleganza.

Si possa attraverso  sette sale dove è esposta una splendida collezione di maioliche di diverse epoche e provenienza, alcune delle quali molto antiche e rare.

La raccolta è una tra le più vaste in Europa, un tesoro di antiche maioliche siciliane e napoletane dipinte a mano. La bellezza di quelle stanze lascia senza parole. Un caleidoscopio dai colori unici. Tante sfumature di brillanti colori, che formano dei quadri ipnotici alle pareti.

La visita dura circa 40 minuti e va programmata in anticipo perché viene organizzata in piccoli gruppi, sempre accompagnati da guide esperte e appassionate.

E’ un po’ difficile trovare questo museo in quanto non ci sono targhe e cartelli all’esterno. Bisogna porre un po’ di attenzione per individuare correttamente il portone d’ingresso, per accedere poi è necessario citofonare, come precedentemente detto si tratta pur sempre di una residenza privata!

 

Castello della Zisa

Si trova un po’ lontano dai soliti percorsi turistici, e non è facile da raggiungere, a circa 3 km dal centro città. 

La massiccia ed imponente costruzione del XII secolo è un autentico gioiello di architettura araba-normanna. Si presenta come un blocco compatto su tre piani, un massiccio e severo parallelepipedo interrotto da torri, destinato originalmente  a residenza di villeggiatura.

Il nome Zisa deriva dall’arabo “Al Aziz” e significa “Il magnifico”.

Il sontuoso palazzo, diventato dal 2018 Patrimonio Unesco, fu infatti edificato al centro del Genoard, il “paradiso della terra”.

Vastissimo, lussureggiante e meraviglioso parco-giardino che si estendeva per chilometri, pieno di alberi, bacini d’acqua e padiglioni, tale da inglobare i limitrofi quartieri della Cuba e della Cuba Soprana . Oggi è rimasto solo un pallidissimo ricordo di tale magnificenza in quello scampolo di parco conosciuto come i “Giardini della Zisa”, assai trasandati, purtoppo quasi in stato di totale abbandono.

L’interno della Zisa è piuttosto spoglio, ma presenta originali ed intelligenti soluzioni ingegneristiche che oggi verrebbero definite di edilizia bioclimatica. Al fine di rinfrescare le stanze venivano utilizzate torri del vento e veniva sapientemente amministrata l’acqua.

L’acqua veniva fatta sgorgare dalle pareti, scivolava lungo piccoli gradini e canalette per poi convogliare in una grande vasca. La ventilazione forzata di aria umidificata e il semplice suono del liquido che scorre e saltella mitigava la percezione della calura estiva.

Bellissima la «sala della Fontana» del pian terreno. Le pareti decorate sono decorate con mosaici, splendido quello che raffigura arcieri e pavoni  e i soffitti presentano nicchie con decorazioni ad alveare, chiamate Muqarnas. I piani superiori dell’edificio ospitano un piccolo museo di arte islamica con vari oggetti esposti, tra cui anfore, vasellame e diversi paraventi lignei a grata.

Incuriosisce infine una lapide marmorea che riporta un’iscrizione in quattro lingue diverse (latino, greco, arabo e giudeo), testimonianza della convergenza culturale nella Sicilia normanna.

Curiosità: Negli affreschi della volta che porta alla “sala della Fontana” sono presenti delle figure di divinità, soprannominati “diavoli”. Secondo una credenza popolare sarebbero custodi di un tesoro nascosto dentro il palazzo. A causa di una illusione ottica è molto complicato contare queste figure. La loro disposizione a spirale è tale che inducono colui che vuole contarli a girare su se stesso e quindi a perderne il conto.

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